L’esperimento che coinvolge un finto sito di social media identifica le differenze chiave tra stili di utilizzo passivi, reattivi e interattivi
Un nuovo compito sperimentale, che coinvolge un finto sito di social networking, può raggruppare le persone in tre distinti stili di utilizzo dei social media: passivo, reattivo e interattivo. Inoltre, i dati di un ampio campione online suggeriscono che questi stili di utilizzo dei social media possono essere correlati al benessere psicologico, con utenti più interattivi che riferiscono maggiori sentimenti di connessione sociale rispetto agli utenti passivi o reattivi, secondo un nuovo studio pubblicato questa settimana su la rivista ad accesso aperto PLOS ONE di Daniel Shaw della Aston University, Regno Unito, e colleghi.
Nonostante l’abbondanza di ricerche sull’impatto psicologico dell’utilizzo dei siti di social networking (SNS), risultati incoerenti hanno impedito di trarre conclusioni definitive. Mentre alcuni studi hanno concluso che l’utilizzo dei social media è associato a una maggiore connessione sociale e a una riduzione della solitudine, altri riportano danni alla solitudine e al benessere con un maggiore utilizzo di tali piattaforme.
Nel nuovo lavoro, i ricercatori hanno sviluppato un’attività computerizzata per misurare gli stili di utilizzo su una finta piattaforma SNS. Hanno somministrato il SNS Behavior Task (SNSBT) online a 526 persone, che hanno anche completato questionari sui loro livelli di solitudine, senso di appartenenza, connessione sociale, capitale sociale online e che hanno risposto a domande sul loro utilizzo di Facebook e sulla rete di amici.
L’SNSBT ha raggruppato gli utenti in tre gruppi distinti a seconda della frequenza con cui hanno fatto clic su “Avanti”, “Mi piace” o “Condividi” su 90 immagini presentate loro sul finto SNS. In media, gli utenti passivi, circa il 39% di quelli nello studio, hanno fatto clic su “Avanti” più spesso, sull’85% delle immagini. Gli utenti reattivi, il 35,4% dello studio, hanno cliccato più spesso su “Avanti”, il 59% delle volte, o su “Mi piace”, il 36% delle volte. Gli utenti interattivi, il 25,7% dei partecipanti, hanno cliccato per lo più su “Mi piace”, il 51% delle volte, o su “Condividi” il 20% delle volte.
L’analisi dei dati ha rivelato che gli utenti interattivi avevano, in media, più amici di Facebook, trascorrevano più tempo su Facebook e riferivano maggiori sentimenti di connessione sociale e capitale sociale rispetto agli utenti SNS passivi o reattivi. Tuttavia, questo studio non è stato in grado di determinare se esista un nesso causale o direzionale tra questi fattori ed è necessario ulteriore lavoro per comprendere gli effetti di potenziali fattori di confusione su queste relazioni.
Gli autori concludono che il semplice strumento SNSBT che hanno sviluppato, ora pubblicamente disponibile, può aiutare i ricercatori a differenziare quantitativamente gli stili di utilizzo di SNS e superare i limiti dei dati di autovalutazione, migliorando la ricerca futura nel campo della cyberpsicologia.
Il dott. Daniel Shaw aggiunge: “Questo studio introduce un nuovo strumento con cui i ricercatori possono misurare diversi stili di coinvolgimento sulle piattaforme di social network e indica che il nostro stile di coinvolgimento può essere più importante per il nostro benessere psicologico rispetto alla quantità di tempo che dedichiamo social”.
La dott.ssa Charlotte Pennington aggiunge: “Gli individui che mostrano stili di utilizzo più interattivi sulla nostra piattaforma hanno riportato sentimenti più forti di connessione sociale e capitale sociale rispetto a coloro che hanno mostrato un comportamento più reattivo o passivo. Il nostro team ha sviluppato il primo finto sito di social networking che può essere utilizzato per misurare gli stili di utilizzo naturali, libero dalle preoccupazioni etiche che sorgono quando le persone accedono ai propri telefoni.

CREDITO: Gerd Altmann, Pixabay, CC0 (https://creativecommons.org/publicdomain/zero/1.0/)
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